Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Cos’è l’intelligenza artificiale: algoritmo generativo o de-generativo?

Sconosciuta, imprevedibile e guardata con sospetto: nonostante esista da più tempo di quello che pensiamo, l’Intelligenza Artificiale (IA) ci sembrava appartenere solo ai film e ai libri che raccontavano il misterioso mondo della fantascienza. Invece, negli ultimi anni, l’IA è diventata un termine familiare che riecheggia in tutte le salse: c’è ancora chi la teme, chi la vive come un “fa il lavoro al posto mio”, chi la collega prettamente al mondo digitale, e chi comincia a vederne il potenziale. Ma cosa significa esattamente e come sta cambiando il nostro mondo? In questo articolo, esploreremo cos’è l’IA, come funziona, le sue applicazioni  (per esempio nella creazione di immagini o il suo ruolo nelle istituzioni scolastiche) e tentare così di rassicurare quelle persone che la considerano un nemico di alcune professioni. 

Cos’è l’Intelligenza Artificiale? 

L’Intelligenza Artificiale si colloca nel campo dell’informatica e ha come scopo quello di creare sistemi in grado di eseguire compiti che richiedono, capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. 

Questa definizione può sembrare effettivamente un po’ ampia, quindi cominciamo a fare ordine suddividendo l’IA in due categorie principali:

  • IA debole (AI stretta): Questa forma di IA è progettata per compiti specifici. Ad esempio, un assistente virtuale come Siri o Alexa rientra in questa categoria. Questi sistemi sono progettati per rispondere a comandi vocali, ma non possono eseguire compiti al di fuori del loro campo d’azione.
  • IA forte (AI generale): Questa forma di IA è progettata per adattarsi e apprendere in diversi contesti, molto simile all’intelligenza umana. Un esempio di IA forte è un sistema che può apprendere a giocare a una vasta gamma di giochi o risolvere problemi complessi.

Tra le IA forti c’è una forma in particolare che sta progredendo a passi da giganti nell’ultimo periodo: l’Intelligenza Artificiale Generativa

Intelligenza Artificiale Generativa

Una componente chiave del futuro dell’IA è quella che viene chiamata Intelligenza Artificiale generativa (GenIA): un’area di applicazione che utilizza tecniche di machine learning e deep learning con lo scopo di generare nuovi dati (immagini, testo, musica, …). Grazie alla sua capacità di riprodurre la creatività umana, la GenIA è in grado di produrre contenuti complessi e realistici. La sua possibile applicazione in diversi settori (come l’intrattenimento, la progettazione, il copywriting,..) non deve però essere vista come una minaccia ma come uno strumento prezioso che accelera e migliora i processi. 

Ma com’è possibile che una macchina riesca ad essere intelligente? Con l’espressione GenIA intendiamo modelli di intelligenza artificiale che, basandosi su grandissime quantità di dati, sono in grado di produrre autonomamente contenuti nuovi sotto forma di testo, immagini, audio e video. Quindi capace di produrre contenuti nuovi, anche se magari simili tra loro. 

GenAI: come funziona, alcuni esempi

La GenIA combina due diverse tecnologie di IA: da una parte l’apprendimento automatico, che permette di riconoscere modelli o tendenze nei dati esistenti e negli input dell’utente. Dall’altra la capacità di creare contenuti inediti, che chiaramente dipende sempre e comunque dal campione di dati da cui attinge, anche noto col nome di set di addestramento. 

A dimostrare l’elevato potenziale di questa tecnologia è l’esplosione, nell’ultimo periodo, di sistemi basati sulla GenIA, dove tra i più noti troviamo ChatGPT, Google Bard, Dall-E, Midjourney, Stable Diffusion, e il più recente (in Europa non ancora arrivato) Claude di Amazon.  In genere, il punto di partenza che accomuna tutte queste piattaforme di GenIA è un semplice input di testo, che prende il nome di prompt, in cui l’utente descrive l’output che desidera.

In base a queste istruzioni, i vari algoritmi generano nuovi contenuti che dovrebbero soddisfare le richieste. Eh si, “dovrebbero” perché per quanto possa essere Intelligenza è pur sempre “Artificiale”… non sempre i risultati ottenuti esaudiscono le nostre aspettative e potrebbero produrre “allucinazioni”. Quindi dipende davvero solo dai “limiti” del software? Sicuramente gran parte del lavoro proviene dal prompt: più accurato, dettagliato, e preciso sarà; migliore sarà anche il risultato. D’altra parte, occorre ricordare che l’IA raccoglie dati che l’essere umano ha messo sul web, e che non è in grado di capire o di fare astrazioni che vadano oltre (e questo dovrebbe rassicurare chi la teme).

Ecco degli esempi di immagini generate da Dall-e, l’Intelligenza Artificiale per la creazione di immagini di OpenAI

Come si evince dalla risposta, se queste prime immagini non soddisfano il prompt iniziale, lo si può correggere e indirizzare meglio a seconda delle necessità. 

Da personaggi con sembianze umane a oggetti inanimati

passando per gli amici a quattro zampe:

Un altro esempio non basato sulle immagini, potrebbe essere una richiesta di generare diverse melodie possibili sulla base di una sequenza di note e accordi. Il risultato ottenuto può, in un secondo momento, essere perfezionato dall’utente per ottenere un risultato che reputa soddisfacente. Oppure, l’utente può chiedere al sistema di generare un saggio su un certo argomento, e il modello GenIA lo farà utilizzando i dati che gli sono stati forniti.

I limiti della GenIA

La GenIA ha fatto enormi progressi in poco tempo, riuscendo a toccare diversi settori: dalla creazione di foto, disegni, testi e una marea di altre possibilità…tutto molto bello ma c’è anche un lato oscuro della medaglia. Questi tools “intelligenti”  possono essere sfruttati anche con fini meno etici e realizzare prodotti deep fake di varia natura: cambiare i connotati di qualcuno, combinare il viso di una persona al corpo di un’altra, oppure creare contenuti audiovisivi con le somiglianze di personaggi noti e non. Il problema però non è del software, ma dell’uso che ne fanno le persone

Oltre all’uso improprio della tecnologia IA per creare contenuti fake, esistono altre sfide. Nonostante le GenIA attingano da enormi quantità di dati provenienti da fonti diverse con lo scopo di generare contenuti coerenti e di alta qualità, può capitare che vengano generate risposte errate o fuori contesto. Questa situazione diventa particolarmente critica nel campo dell’istruzione, dove è fondamentale l’integrità del contesto del corso o della lezione. Il settore scolastico si presta bene per sottolineare che l’importanza della figura umana (in questo caso il docente) rimane fondamentale e non sostituibile completamente dall’IA. 

Conclusioni

L’Intelligenza Artificiale oggi viene utilizzata per automatizzare compiti e risolvere problemi complessi, trovando applicazione in un’ampia varietà di contesti: dalla ricerca scientifica al mercato azionario, dalla robotica alla giustizia, passando per l’industria dei giocattoli all’analisi dati. I software che conosciamo oggi sono soltanto i primi esempi di quello che la GenIA potrà offrire alla società, diventando sempre più rilevante nella nostra vita quotidiana.

Nel prossimo futuro, secondo alcuni esperti, questa tecnologia potrebbe diventare fondamentale nella vita di ognuno di noi come è già accaduto con Internet e gli smartphone. Certo, ci sono degli aspetti molto importanti da considerare, come le implicazioni etiche (appena accennate) e i rischi potenziali associati all’utilizzo della GenIA, che non devono essere trascurati, ma il potenziale e i benefici che questa tecnologia porta con sé non possono essere ignorati.

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