Google Plus addio. È stato bello conoscerti ma è giunto il momento di salutarti, in verità senza farne troppo un dramma. Per un social network che, nato per caso sui banchi di scuola, è diventato il pane quotidiano per oltre 2 miliardi di persone nel mondo, una marea di altri social network sono nati negli anni e poi più o meno velocemente finiti nel cimitero delle applicazioni con buona pace dei detrattori di Mark Zuckerberg.
Il social network di Mountain View, nato nel 2010, ha vissuto fra alti (pochi) e bassi una vita travagliata senza mai trovare un vero posto al sole si avvia al viale del tramonto. Una piattaforma nata per la condivisione che non è mai riuscita davvero a sfondare, restando ancorata ad una dimensione più business, che nelle intenzioni dei suoi sviluppatori, dovrebbe essere l’unica in futuro. Di fatto per molti utenti business il profilo Gplus era solo uno strumento in più per avere maggior visibilità sui motori di ricerca.
Google plus: difetti di un social che non ha mai davvero funzionato
I problemi veri emersi con forza negli ultimi anni sono la mancanza di engagement (sembra che oltre il 90% delle sessioni durino solo pochi secondi), un bassissimo utilizzo e, cosa non da poco, una falla nel sistema di sicurezza, che secondo il Wall Street Journal, ha consentito a sviluppatori di terze parti di avere accesso ad una marea di dati sensibili degli utenti G Plus, un social a cui di fatto ci si trovava obbligatoriamente iscritti avendo un account gmail.
Il bug è stato risolto ma la notizia, esplosa poco dopo lo scandalo Cambridge Analitica, ha segnato il destino del social. Forse è solo una exit strategy in piena regola per mettere fine a una situazione piuttosto scomoda. Google plus, la città fantasma, diventerà nei piani di Google un prodotto più aziendale (forse con l’ipotesi di differenziarlo da Facebook?).
Benché gli utenti attivi non siano molti, la chiusura di un social network comporta sempre una perdita di dati, che in parte potrebbero tornare utili. Quindi nell’ultimo periodo l’unica preoccupazione per i (pochi) utenti attivi è quella di salvare il materiale condiviso. Se già da qualche settimana non è più possibile creare nuovi profili, la data del takeout da Gplus è fissata per il prossimo 2 aprile 2019.
Come salvare i propri dati da Google Plus
Come per tutti i social network la quantità di dati condivisi su Google Plus sono molti, e adesso che sta per chiudere la preoccupazione degli utenti è come salvare i propri dati. Per prima cosa occorrerà loggarsi col proprio profilo e scegliere quali dati si vogliono salvare, così come dalle proprie pagine, accedendo con le credenziali si potranno salvare tutti i propri dati cliccando sulla pagina apposita “Scarica i tuoi dati”.
Una volta arrivati qui, seguendo le istruzioni sarà possibile flaggare i dati di nostro interesse: i like (ovvero i siti o i post su cui abbiamo cliccato il bottone G+1) le nostre cerchie, le nostre community, i nostri stream. Tutti i dati saranno salvati in formato HTML.
Selezionando il bottone mostra altri dati comparirà l’elenco di tutte le altre applicazioni che possono interloquire con Gplus. Essendo queste estensioni e applicazioni, però, ancora vive e vegete non sembra adesso il momento opportuno per scaricarne i dati.
Una volta selezionate le aree di nostro interesse, cliccando avanti si atterra sulla pagina di download, dove è possibile selezionare il formato di compressione con cui ricevere i nostri dati .zip o .tgz e le dimensioni massime dell’archivio. In base alla nostra selezione archivi più pesanti verranno suddivisi.
E voi, usavate G Plus? Vi mancherà?