Chi è, a vostro avviso, la donna più famosa del pianeta? La Musa il cui volto appare più frequentemente sui cartelloni, sulle pagine dei giornali, in televisione o su internet? Colei che con la sua figura ispira il concetto stesso di “femminile”?
Se chiudiamo gli occhi, verremo tutti ispirati dalla stessa donna.
Non è un’importante figura storica;
non è un’attrice famosa;
non è una scienziata né una personalità politica;
e non è nemmeno una celebre top da passerella.
È una modella canadese: si chiama Rebecca Ariane Givens e ha circa trent’anni. Il nome non vi dice nulla?
Sicuramente il suo volto sì.
Qualcuno adesso avrà esclamato, “ma certo! La cinese di Shutterstock!”. Eh sì, il nomignolo le è stato affibbiato qualche anno fa e nello stesso periodo si sono moltiplicati account social di fan, tra cui una pagina Tumblr che raccoglie le sue apparizioni. Rebecca Ariane (che per la cronaca è di origine malese non cinese) ha però anche una sua pagina Facebook ufficiale in cui ironicamente si autodefinisce “the overexposed stock image model”.
Innegabile che sia così. Il volto di Rebecca campeggia ovunque: ticket restaurant, pubblicità dei call center, assicurazioni viaggio, agenzie immobiliari, articoli dedicati a consigli per la salute, ecommerce natalizio, presentazioni power point aziendali, siti web… Mi è capitato di viaggiare molto, in passato, e ho ritrovato il suo volto ovunque, nei cartelloni di Bangkok, nei siti web argentini e sui giornali del Cairo. Ariane ha cambiato più ruoli e mestieri di Barbie negli anni Ottanta.
Il suo segreto? Proviamo ad analizzare la sua presenza:
1) ha un sorriso contagioso, che trasmette energia ed affidabilità;
2) è carina ma non eccessivamente bella; la bellezza eccessiva, si sa, può risultare controproducente, non fosse altro perché distoglie attenzione dal prodotto o messaggio; lei invece è dotata di una bellezza rassicurante e coinvolgente;
3) è multietnica: non è chiaramente identificabile con nessuna etnia, quindi dà tocco di cosmopolitismo e politically correct che coinvolge contemporaneamente tutti e nessuno;
4) risulta credibile in qualunque contesto: in tuta mentre fa sport, in tailleur alla scrivania, in jeans con una macchina fotografica al collo.
Insomma, qualsiasi cosa stiamo cercando di comunicare, Ariane è una garanzia di successo, almeno dal punto di vista iconografico.
Peccato che ce ne siamo accorti tutti contemporaneamente.
Immagini per siti web e social: come sceglierle al meglio
1 -Il valore di un’immagine
Nella comunicazione online, le immagini hanno un valore enorme.
Sono le prime a catturare l’attenzione dell’utente quando atterra sul nostro sito web: la grafica più raffinata non viene nemmeno notata se le immagini sono poco efficaci. Sui social media, l’impatto delle immagini è ancora maggiore: i post con immagini sono quelli che ottengono più engagement ed esistono social di sole immagini mentre non esistono social di sole parole (inizialmente lo era Twitter, ma ha dovuto adattarsi).
2- Il valore dell’originalità
In questo contesto, scegliere la giusta immagine per il proprio sito web o la comunicazione social è indispensabile. Ma è diventato difficile essere originali: la maggior parte delle aziende utilizza immagini classiche e un po’ stereotipate (es. strette di mano, mani sulla tastiera del pc etc. Noi stessi non siamo immuni a questa debolezza).
Inoltre, quasi tutti attingiamo ai medesimi database fotografici online: 1,2,3 foto, Shutterstock, Fotolia, senza contare le varie risorse free come Freepik.
3- I database fotografici: vantaggi e svantaggi
I database sono strumenti utilissimi perché permettono di risparmiare tempo nel reperimento di materiali iconografici; molti permettono anche di organizzarli, mantenendo una cronologia dei download. Tuttavia, a loro efficienza può causare ripetitività: provate a cercare “business meeting” e vedrete cosa appare. Se il vostro competitor fa la stessa ricerca sullo stesso portale (ed è probabile) gli appariranno le stesse immagini, perché è un algoritmo ad averle scelte.
Ci è capitato più di una volta di imbatterci in questa situazione imbarazzante: siti web che utilizzano le stesse immagini dei diretti concorrenti, senza accorgersene e senza dargli peso. Magari per anni!
4- Un’esagerata sobrietà
A complicare ancora di più la situazione, c’è un’esagerata tendenza alla sobrietà e alla neutralità, che spesso finisce per diventare asettico. Toni neutri; persone non troppo giovani né troppo vecchie; ambientazioni in ufficio anonimi, ambienti astratti e irrealistici, con salotti bianchi che neanche in Danimarca.
Inoltre, tutte le aziende che hanno una reale presenza “fisica” (uffici, centri di produzione etc.) dovrebbero tener presente l’effetto “scontro con la realtà”. Se sul sito vedo le immagini di uno splendido ufficio, con arredi moderni e ampie vetrate, rimarrò delusa quando, al primo incontro, mi troverò di fronte a un piccolo spazio anni Settanta al piano terra. Meglio, a quel punto, non mettere nulla.
5- La soluzione? Un servizio fotografico reale
Per un’azienda, non c’è nulla di più coinvolgente che comunicare autenticità: mostrarsi per come si è, mostrando i propri reali punti di forza, anche da un punto di vista iconografico. Ariane è convincente, ma il vostro team, il vostro VERO team, lo è senz’altro di più. Vedere online la persona a cui stringerò la mano vale più di qualunque foto ad effetto. Ecco perché consigliamo sempre di un servizio fotografico in azienda: un’occasione per mostrare il vostro reale valore che diventa anche un’occasione di team building, coinvolgendo tutti i colleghi.
Non esiste per la vostra azienda testimonial migliore di voi.
Siamo certi che anche Ariane sarebbe d’accordo!
PS. Curiosità: Rebecca Ariane è anche una healthy coach e blogger: il suo blog Radiant Peach raccoglie consigli per una sana alimentazione e una vita attiva. A quanto pare, c\’è vita oltre Shutterstock! 🙂
La immagini di Ariane sono tratte dal suo profilo FB pubblico. Immagine in apertura (come siamo coerenti!) da Freepik